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QUALCHE ESTRATTO ...

Trovate qui gli estratti di alcuni racconti del libro "Un passo ondietro", per coglierne i sapori, le atmosfere, il detto e il non detto, il sogno e la disillusione, l'attesa e lo svelamento. Ma, soprattutto, il fascino dell'avventura.

Un passo indietro

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Papà e mamma decisero in pochissimo tempo di partire; non avvisarono nessuno, perché nessuno sarebbe stato d’accordo con loro.Chi mai sarebbe partito con i figli piccoli, di nove, cinque, tre anni e mezzo, e con un bimbo ancora nel pancione ormai al settimo mese?

01

Immobile



Un giorno, recandomi al negozietto di mio nonno, vidi una signora, la quale parlava in modo affettuoso con mia nonna. Quest'ultima, notandomi, con lo sguardo lucido come un pianto, pronunciò il mio nome. 
"È tua mamma" disse.
Io rimasi immobile, non sentii più niente.​

02

Il peso dei sogni
 

Quella sera riuscimmo a passare. Camminammo tutta la notte per i boschi. La mia mamma era tanto stanca: io ero in braccio a lei e il braccio le si era gonfiato. Così le scivolai e battei la testa contro un sasso. Tutti si girarono a guardare mia madre che, piangendo, mi prese e mi abbracciò forte, per vedere se fossi ancora viva. Io avevo solo due anni, ma quell'abbraccio me lo ricordo bene. Ricordo bene le sue braccia stanche che mi stringono forte e le sue lacrime di dolore che mi bagnano la fronte.

03

Doppia appartenenza

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Sapevo che non sarebbe stato facile. Avrei cambiato non solo città ma paese, abitudini, amici. Avrei cambiato vita. Non sapevo precisamente cosa mi aspettasse dopo quel viaggio in aereo, non sapevo cosa ci sarebbe stato dall’altra parte del mare. Ero confuso: non felice, non triste, confuso.

04

Macchine e freddo

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E poi nacqui io, e crebbi tra le macchine da cucire e il freddo insopportabile che c’era.
Dormivo in un passeggino accanto alle macchine, tutta infagottata perché non esisteva l’impianto di riscaldamento.
Il bagno era fuori dal laboratorio, in comune con i coinquilini della palazzina, e per lavarsi bisognava andare nelle docce comunali.
Passai la mia prima infanzia lì dentro, tra freddo, macchine da cucire e borsoni di plastica.

05

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