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L'INTRODUZIONE (un estratto)

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(...) Sono partito con il semplice compito di dare voce a storie raccontate da chi ha vissuto il dramma di abbandonare la propria terra, di lasciare la propria famiglia, di cercare un posto che avrebbe garantito un futuro diverso.

E quando le ho lette, quelle storie, non ho trovato una voce per recitarle, perché la voce non l’avevo più.

Perché quello che ho letto non è stato un romanzo d’amore, né un’epica storia d’avventura.

No.

Ho trovato delle storie di vita, una raccolta di emozioni, di paure, di speranze, di terrore, di famiglie lontane, di sogni.Poi ho conosciuto gli autori di quei racconti, ho visto i loro volti da vicino.E non erano più stranieri.

Loro non hanno dimenticato da dove vengono, non hanno scordato il sapore del posto che porteranno sempre dentro: ho sentito le loro voci raccontarle, quelle storie, con la stessa amarezza che si prova rivelando un ricordo che fa male.

E io stesso mi sono sentito parte del loro mondo, io stesso ho smesso di guardare ciò che ci separava e ho iniziato a vedere solo quello che ci univa, io stesso ho gioito con loro dei nostri successi e io stesso ho viaggiato con loro negli abissi più profondi dell’anima, nei ricordi, quelli più tristi e più veri.

E solo insieme abbiamo sorriso, alla fine.

Perché è questo il nostro scopo: conoscerci.

Il nostro libro, le loro storie, sono l’arrivo di un viaggio lungo molti anni, che salta di paese in paese e ne ricorda gli odori, il mare, il tempo rubato, gli affetti lontani ma mai dimenticati e quell’immensa paura di una nuova vita.

Loro sono qui oggi per regalarvi loro stessi.

Noi siamo qui oggi per regalarvi noi stessi.

Perché se uno straniero racconta la sua storia a un’altra persona, ecco che non è più straniero.

Perché non importa da dove veniamo, quale sia il colore della nostra pelle, il nostro accento o il nostro cibo.

Importa chi siamo, chi siamo pronti a essere e chi saremo un giorno.

Ma per arrivare a poter capire chi saremo dobbiamo ricordare chi eravamo.

Loro lo hanno fatto e lo portano nel cuore.

Diciassette storie.

Diciassette viaggi.

Ora sta a voi partire con loro.

Io l’ho già fatto.

Buon viaggio.

Riccardo Patriarca, 17 anni

(lettore e interprete teatrale dei racconti di questo libro)

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